Cari amici lettori,
siamo qui riuniti per parlare della serie fantasy più chiacchierata degli ultimi mesi nel mondo dell'editoria. O meglio, per parlare del primo volume di questa serie (beccata! gli altri due li devo ancora recuperare!), perchè sapete... io ai fenomeni editoriali ci arrivo con i miei tempi. Lunghi, lunghissimi, interminabili tempi. Ma ci arrivo.
Che poi com'era il detto?
Chi va piano va sano e va lontano.
E mesi dopo eccoci qui.
Titolo: Nevernight. Mai dimenticare
siamo qui riuniti per parlare della serie fantasy più chiacchierata degli ultimi mesi nel mondo dell'editoria. O meglio, per parlare del primo volume di questa serie (beccata! gli altri due li devo ancora recuperare!), perchè sapete... io ai fenomeni editoriali ci arrivo con i miei tempi. Lunghi, lunghissimi, interminabili tempi. Ma ci arrivo.
Che poi com'era il detto?
Chi va piano va sano e va lontano.
E mesi dopo eccoci qui.
Titolo: Nevernight. Mai dimenticare
Autore: Jay Kristoff
Editore: Oscar Mondadori
Data di pubblicazione: 3 Settembre 2019
Prezzo: € 20,00
Trama: Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.
Trama: Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.
RECENSIONE
Facciamo qualche premessa, che per una serie come Nevernight mi sembra d'obbligo. Tutto quello che leggerete è frutto della mia mera opinione personale (c'era bisogno di dirlo?), si riferisce esclusivamente al primo volume (cambierò idea nei successivi?) e più che una recensione sarà una risposta a tutto ciò che ho visto/letto/ascoltato finora. Insomma, sarà il caos più totale.
Siete pronti?
Bene.
Perchè non so come dirvelo.
Ecco...
Beh...
Ok ragazzi...
Lo dico eh...
Vado!
E adesso vi spiego il perchè.
UNA SERIE INNOVATIVA
"Leggete Nevernight! Finalmente un fantasy originale, diverso dagli altri, mai visto nulla di simile prima!"
MAAAA... ABBIAMO LETTO LO STESSO LIBRO?
E dire che io di fantasy ne ho letti davvero pochi, per me poteva essere davvero qualcosa di insolito, perchè in fondo non è che abbia tutta questa esperienza in fatto di storie e trame fantastiche. E invece, io che avrò letto tre libri in croce appartenenti a questo genere, più leggevo Nevernight, più lo paragonavo alle altre saghe che conoscevo. Coincidenze? Io non credo.
Analizziamo i fatti.
Abbiamo una protagonista vittima di un trauma infantile che deve convivere con i demoni del suo passato. Abbiamo una scuola, sì di assassini (evviva!), ma pur sempre una scuola in cui vengono praticate lezioni di combattimento, di veleni e di molto altro. Abbiamo una sala da pranzo comune in cui succedono cose. Abbia scale il cui numero di scalini cambia in continuazione. Abbiamo studenti che formano legami, amicizie e ostilità. Abbiamo un coprifuoco. Abbiamo morti. Abbiamo sfide, gare e segreti. Abbiamo un'ombra che all'occorrenza mi ricorda proprio un certo mantello dell'invisibilità. Abbiamo una protagonista con un dono che nessun altro personaggio possiede. Vedete qualcosa di nuovo in tutto questo? Io no.
UNA PROTAGONISTA SPIETATA
"Wow, Mia Corvere è un'antieroina! È crudele, spietata, assetata di vendetta!"
*IO CHE SBATTO LA TESTA CONTRO IL MURO*
Dicesi del termine antieroe [Wikipedia]: "L'antieroe (al femminile antieroina) è un personaggio protagonista in diverse opere narrative che manca di alcune tradizionali qualità dell'eroe, come altruismo, idealismo, coraggio, nobiltà e forza d'animo, bontà, oppure dimostra qualità opposte."
Ragazzi, ragazzi, ragazzi, non vi sembra forse che Mia Corvere sia esattamente l'incarnazione (e non la demonizzazione!) di tutte queste qualità?
LA PAURA DI MIA
"Sapete, c'è questo non-gatto, Messer Cortese, che si nutre della paura di Mia trasformandola in un personaggio coraggioso ma incosciente!"
AH SÌ?
Cavolo, questo aspetto mi intrigava tantissimo. Avevo un sacco di domande che mi frullavano in testa e a cui speravo di trovare risposta. Cosa ci spinge a fare o a non fare la paura? Se qualcosa si nutrisse costantemente del nostro timore, quali sarebbero le conseguenze? Sarebbe un bene o un male? La mancanza di paura rende Mia estremamente coraggiosa, ma per come è stato strutturato questo personaggio, per tutto il romanzo ho avuto la sensazione che Mia avrebbe compiuto le stesse scelte anche senza Messer Cortese al suo fianco. Sospetto confermato dal fatto che molte sue azioni finivano per essere compatibili con quelle degli altri personaggi. Insomma, nulla che una protagonista di carattere non avrebbe fatto. E non dimentichiamo che il coraggio richiede inevitabilmente un pizzico di incoscienza.
VOLGARITÁ, VIOLENZA E SESSO
"Se odiate il linguaggio volgare state alla larga da Nevernight! Ne è pieno!"
"Caspita che scene violente! Omicidi, sangue, battaglie!"
"Io vi ho avvisati, qui ci danno dentro come conigli!"
DOVE DEVO FIRMARE PER ENTRARE ALL'INFERNO?
Questa era una delle principali ragioni per cui non volevo leggere Nevernight. Ero attirata dall'idea di una saga senza precedenti, ma poi quando ho sentito di tutti questi elementi che stridevano con la mia idea di lettura piacevole, ho creduto che avrei abbandonato il libro dopo appena qualche pagina. Le volgarità e le scene di sesso buttate random solo per fare mole proprio non riesco a mandarle giù.
Ma indovinate un po'? Ancora una volta è quasi tutta fuffa.
Ora, non è che non ci sia un fondo di verità in queste parole, ma la realtà è un po' diversa da come ve l'hanno descritta.
Innanzitutto la volgarità viene usata a sproposito solo in poche pagine, niente di ingestibile. Ricordo di aver maledetto Jay Kristoff al capitolo 36 per l'uso esagerato e inappropriato di parolacce non richieste e di termini poco eleganti, ma dopo 430 pagine ho pensato che uno sgarro potevo pur concederglielo. Il resto del romanzo non è certo casto e puro, ma la scelta lessicale dell'autore è sempre appropriata al contesto e mai ridondante. Insomma, le volgarità sono presenti, ma non al punto di contarne tre per riga e di sentirne il peso sulla narrazione, ma semplicemente per rendere più vivida la scena.
La questione della violenza è forse l'elemento più fedele alla realtà dei fatti. È un libro crudo, splatter? Sì, in alcuni punti senza dubbio, ma anche qui non in maniera esagerata e costante. Ripensando all'intero libro c'è forse una sola scena che mi ha destabilizzata, la stessa scena che però mi ha fatto anche pensare "finalmente! ecco la vera natura di una setta dedita all'omicidio!", per cui è quasi "normale" aspettarsi violenza in un romanzo di questo tipo. Per il resto, se pensiamo che ci siamo approcciati a una trilogia che parla di assassini, vi assicuro che per noi che apparteniamo alla categoria "deboli di cuore" non c'è nulla di così scioccante. Anzi, spesso vi sembrerà di leggere di agnelli, invece che di lupi. [*coff,coff vedi Naev coff,coff*]
Parliamo poi delle famigerate scene di sesso? Ero già pronta a saltare pagine su pagine perchè sembrava che la storia prolificasse di scene piccanti in ogni dove e, ovviamente, trattandosi di un fantasy non è certo quello a cui un lettore è interessato. Allora, beh, ho deciso di contarle per dar credito a questa teoria.
E sapete quante ce ne sono? DUE.
D-U-E.
D
U
E.
Io ero tipo "ah, tutto qui?".
Ah, se posso dirvelo sono pure ben scritte. Bravo Jay Kristoff.
COLPI DI SCENA
"Nooooo raga, ci sono certi colpi di scena che vi manderanno fuori di testa! Jay Kristoff è un maestro in questo!"
QUANDO SONO COSÌ CONFUSA CHE MI COLPISCO DA SOLA.
Qui le cose sono due: o nella mia vita passata ero un abile investigatore oppure il mio trisavolo era un lontano parente di Sherlock Holmes e ho ereditato il suo acume. Perchè amici, in questo libro è. tutto. così. dannatamente. prevedibile. e quello che non è prevedibile, quello a cui non eravate arrivati e che vi ha fatto sobbalzare dalla sedia, quelle due piccole bombe sganciate là in mezzo al nulla, ma che hanno fatto un rumore enorme, beh... sono le rivelazioni più assurde e insensate che leggerete mai. Ma io, che in fondo un po' mi sono affezionata a zio Jay e al mondo di Nevernight, accetterò queste assurdità e leggerò Godsgrave per scoprire fino a dove Kristoff può spingersi.
RITMO E STILE DI SCRITTURA
"Aspettatevi un ritmo lento, un stile pomposo, una narrazione artificiosa e barocca, ma che si fa leggere senza troppi intoppi."
DIN DIN DIN, ABBIAMO UN VINCITORE!
Finalmente un'affermazione in cui mi ritrovo.
Sappiate che nelle prime cento pagine circa non capirete niente. E va bene così, ci siamo passati tutti. Le domande "ma perchè l'ho iniziato?", "che faccio, vado avanti o torno indietro?", "ma siamo nel presente o nel passato?", "ci capirò mai qualcosa?", si affolleranno nella vostra testa, ma voi siate stoici e proseguite nella lettura. A un certo punto diventerà più comprensibile, ve lo prometto.
La parte centrale ve la godrete senza pensieri. Vi sembrerà di essere tornati indietro nel tempo, proverete delle sensazioni familiari, come di calore, e sorriderete per l'irriverenza del narratore. Un'ironia che forse non piacerà a tutti, ma che io ho indiscutibilmente apprezzato.
Nell'ultima parte dovrete ingranare la quinta, altrimenti Jay Kristoff vi lascerà indietro. La narrazione diventa rapida e incalzante, scene rocambolesche, eventi che si susseguono a un ritmo così frenetico che dovrete prendervi delle pause per non perdervi dei pezzi. Io vi ho avvisato!
Il narratore, che a quanto si dice è un vero e proprio personaggio del libro (quale non l'ho ancora scoperto!), è in terza persona , ma in fin dei conti fa un po' quello che gli pare (beato lui!), rivolgendosi di tanto in tanto direttamente al lettore. Io, che come ben sapete odio la terza persona perchè non mi permette di entrare in modo completo nella storia, questo narratore l'ho proprio amato.
Dopo il flop che era stato per me "Illuminae", credevo avrei messo una pietra sopra a qualunque libro scritto da Jay Kristoff, e invece con Nevernight ho rivalutato completamente il suo stile di scrittura. E a pensarci bene, l'elemento di originalità di questa saga sta proprio qui: nel modo in cui è scritta, un modo che - questa volta devo dar ragione alle voci di corridoio - non credo sia fatto per tutti.
LE NOTE
"Ah, le note mi hanno steso. Stupende, divertenti, interessanti!"
E DIRE CHE PER ME DIVERTENTE ERA SALTARLE, LE NOTE.
Ci ho provato, parola di lupetto che ho provato a leggerle. All'inizio mi sono sforzata, ma dopo credo tre pagine (ops!) ho deciso che avrei saltato tutte quelle note più lunghe di una riga, che beh... sono praticamente tutte! Un po' perchè se stai leggendo A è davvero irritante doverti fermare a leggere B, un po' perchè queste famigerate note non sono altro che storie di miti, leggende ed eventi storici passati di cui a me non fregava una beneamata fava e che mi procuravano una fulminea forma di narcolessia dopo tre secondi. Ma questo è un problema che ho da sempre con le note, per cui in verità il mio consiglio è quello di leggerle. Durante o dopo che avete finito il capitolo, al termine del romanzo, mentre mangiate, sotto la doccia, leggetele quando vi pare, ma fatelo. Vi daranno una conoscenza più approfondita del world building creato da Jay Kristoff e tirerete qualche improperio in meno quando non capirete cosa state leggendo. Fidatevi!
E QUINDI? COSA NE PENSI DI NEVERNGIHT?
Penso che sia un saga dalle premessa valide, ma che sia stata presentata nel modo sbagliato. Non è un miracolo editoriale (quanto più un miracolo del marketing) e ancora non capisco da dove vengano fuori tutte queste dicerie, ma è una storia che sa sicuramente farsi apprezzare. È una storia accattivante, che si ciba di vendetta e misteri, di sangue e di legami proibiti.
Nonostante sia consapevole dei suoi difetti, Nevernight ha sicuramente attirato la mia attenzione e, visto il desiderio con cui sto aspettando di avere tra le mani il secondo volume, non posso fare a meno di consigliarvela. L'importante è che partiate consapevoli di cosa avete tra le mani, così facendo non potrete rimanerne delusi.
Siete pronti?
Bene.
Perchè non so come dirvelo.
Ecco...
Beh...
Ok ragazzi...
Lo dico eh...
Vado!
TUTTO QUELLO CHE VI HANNO DETTO SU NEVERNIGHT È UNA MENZOGNA.
GIÁ, UNA MENZOGNA.
E adesso vi spiego il perchè.
UNA SERIE INNOVATIVA
"Leggete Nevernight! Finalmente un fantasy originale, diverso dagli altri, mai visto nulla di simile prima!"
MAAAA... ABBIAMO LETTO LO STESSO LIBRO?
E dire che io di fantasy ne ho letti davvero pochi, per me poteva essere davvero qualcosa di insolito, perchè in fondo non è che abbia tutta questa esperienza in fatto di storie e trame fantastiche. E invece, io che avrò letto tre libri in croce appartenenti a questo genere, più leggevo Nevernight, più lo paragonavo alle altre saghe che conoscevo. Coincidenze? Io non credo.
Analizziamo i fatti.
Abbiamo una protagonista vittima di un trauma infantile che deve convivere con i demoni del suo passato. Abbiamo una scuola, sì di assassini (evviva!), ma pur sempre una scuola in cui vengono praticate lezioni di combattimento, di veleni e di molto altro. Abbiamo una sala da pranzo comune in cui succedono cose. Abbia scale il cui numero di scalini cambia in continuazione. Abbiamo studenti che formano legami, amicizie e ostilità. Abbiamo un coprifuoco. Abbiamo morti. Abbiamo sfide, gare e segreti. Abbiamo un'ombra che all'occorrenza mi ricorda proprio un certo mantello dell'invisibilità. Abbiamo una protagonista con un dono che nessun altro personaggio possiede. Vedete qualcosa di nuovo in tutto questo? Io no.
UNA PROTAGONISTA SPIETATA
"Wow, Mia Corvere è un'antieroina! È crudele, spietata, assetata di vendetta!"
*IO CHE SBATTO LA TESTA CONTRO IL MURO*
Dicesi del termine antieroe [Wikipedia]: "L'antieroe (al femminile antieroina) è un personaggio protagonista in diverse opere narrative che manca di alcune tradizionali qualità dell'eroe, come altruismo, idealismo, coraggio, nobiltà e forza d'animo, bontà, oppure dimostra qualità opposte."
Ragazzi, ragazzi, ragazzi, non vi sembra forse che Mia Corvere sia esattamente l'incarnazione (e non la demonizzazione!) di tutte queste qualità?
Sì, cerca vendetta, ma non lo fa forse anche Laia ne "Il dominio del fuoco", per citare un fantasy qualunque? Eppure nessuno ha mai definito Laia un'antieroina. E anche a questo proposito la vendetta di Mia non si manifesta mai come furia cieca, al contrario! È la stessa Mia che, nel corso della narrazione, ricorda a se stessa e agli altri personaggi di non volere che questo suo desiderio di vendetta oscuri la propria umanità. Già, è proprio scritto nero su bianco tra queste 460 pagine di romanzo. E voi mi venite a dire che non ha scrupoli? Mia Corvere è il personaggio più umano, più morale, più solidale e sensibile che troverete in questo romanzo. "Eh, ma uccide delle persone!" Santissimi Numi, certo! È un'assassina! Cosa vi aspettavate che facesse? La maglia?
"Sapete, c'è questo non-gatto, Messer Cortese, che si nutre della paura di Mia trasformandola in un personaggio coraggioso ma incosciente!"
AH SÌ?
Cavolo, questo aspetto mi intrigava tantissimo. Avevo un sacco di domande che mi frullavano in testa e a cui speravo di trovare risposta. Cosa ci spinge a fare o a non fare la paura? Se qualcosa si nutrisse costantemente del nostro timore, quali sarebbero le conseguenze? Sarebbe un bene o un male? La mancanza di paura rende Mia estremamente coraggiosa, ma per come è stato strutturato questo personaggio, per tutto il romanzo ho avuto la sensazione che Mia avrebbe compiuto le stesse scelte anche senza Messer Cortese al suo fianco. Sospetto confermato dal fatto che molte sue azioni finivano per essere compatibili con quelle degli altri personaggi. Insomma, nulla che una protagonista di carattere non avrebbe fatto. E non dimentichiamo che il coraggio richiede inevitabilmente un pizzico di incoscienza.
VOLGARITÁ, VIOLENZA E SESSO
"Se odiate il linguaggio volgare state alla larga da Nevernight! Ne è pieno!"
"Caspita che scene violente! Omicidi, sangue, battaglie!"
"Io vi ho avvisati, qui ci danno dentro come conigli!"
DOVE DEVO FIRMARE PER ENTRARE ALL'INFERNO?
Questa era una delle principali ragioni per cui non volevo leggere Nevernight. Ero attirata dall'idea di una saga senza precedenti, ma poi quando ho sentito di tutti questi elementi che stridevano con la mia idea di lettura piacevole, ho creduto che avrei abbandonato il libro dopo appena qualche pagina. Le volgarità e le scene di sesso buttate random solo per fare mole proprio non riesco a mandarle giù.
Ma indovinate un po'? Ancora una volta è quasi tutta fuffa.
Ora, non è che non ci sia un fondo di verità in queste parole, ma la realtà è un po' diversa da come ve l'hanno descritta.
Innanzitutto la volgarità viene usata a sproposito solo in poche pagine, niente di ingestibile. Ricordo di aver maledetto Jay Kristoff al capitolo 36 per l'uso esagerato e inappropriato di parolacce non richieste e di termini poco eleganti, ma dopo 430 pagine ho pensato che uno sgarro potevo pur concederglielo. Il resto del romanzo non è certo casto e puro, ma la scelta lessicale dell'autore è sempre appropriata al contesto e mai ridondante. Insomma, le volgarità sono presenti, ma non al punto di contarne tre per riga e di sentirne il peso sulla narrazione, ma semplicemente per rendere più vivida la scena.
La questione della violenza è forse l'elemento più fedele alla realtà dei fatti. È un libro crudo, splatter? Sì, in alcuni punti senza dubbio, ma anche qui non in maniera esagerata e costante. Ripensando all'intero libro c'è forse una sola scena che mi ha destabilizzata, la stessa scena che però mi ha fatto anche pensare "finalmente! ecco la vera natura di una setta dedita all'omicidio!", per cui è quasi "normale" aspettarsi violenza in un romanzo di questo tipo. Per il resto, se pensiamo che ci siamo approcciati a una trilogia che parla di assassini, vi assicuro che per noi che apparteniamo alla categoria "deboli di cuore" non c'è nulla di così scioccante. Anzi, spesso vi sembrerà di leggere di agnelli, invece che di lupi. [*coff,coff vedi Naev coff,coff*]
Parliamo poi delle famigerate scene di sesso? Ero già pronta a saltare pagine su pagine perchè sembrava che la storia prolificasse di scene piccanti in ogni dove e, ovviamente, trattandosi di un fantasy non è certo quello a cui un lettore è interessato. Allora, beh, ho deciso di contarle per dar credito a questa teoria.
E sapete quante ce ne sono? DUE.
D-U-E.
D
U
E.
Io ero tipo "ah, tutto qui?".
Ah, se posso dirvelo sono pure ben scritte. Bravo Jay Kristoff.
COLPI DI SCENA
"Nooooo raga, ci sono certi colpi di scena che vi manderanno fuori di testa! Jay Kristoff è un maestro in questo!"
QUANDO SONO COSÌ CONFUSA CHE MI COLPISCO DA SOLA.
Qui le cose sono due: o nella mia vita passata ero un abile investigatore oppure il mio trisavolo era un lontano parente di Sherlock Holmes e ho ereditato il suo acume. Perchè amici, in questo libro è. tutto. così. dannatamente. prevedibile. e quello che non è prevedibile, quello a cui non eravate arrivati e che vi ha fatto sobbalzare dalla sedia, quelle due piccole bombe sganciate là in mezzo al nulla, ma che hanno fatto un rumore enorme, beh... sono le rivelazioni più assurde e insensate che leggerete mai. Ma io, che in fondo un po' mi sono affezionata a zio Jay e al mondo di Nevernight, accetterò queste assurdità e leggerò Godsgrave per scoprire fino a dove Kristoff può spingersi.
RITMO E STILE DI SCRITTURA
"Aspettatevi un ritmo lento, un stile pomposo, una narrazione artificiosa e barocca, ma che si fa leggere senza troppi intoppi."
DIN DIN DIN, ABBIAMO UN VINCITORE!
Finalmente un'affermazione in cui mi ritrovo.
Sappiate che nelle prime cento pagine circa non capirete niente. E va bene così, ci siamo passati tutti. Le domande "ma perchè l'ho iniziato?", "che faccio, vado avanti o torno indietro?", "ma siamo nel presente o nel passato?", "ci capirò mai qualcosa?", si affolleranno nella vostra testa, ma voi siate stoici e proseguite nella lettura. A un certo punto diventerà più comprensibile, ve lo prometto.
La parte centrale ve la godrete senza pensieri. Vi sembrerà di essere tornati indietro nel tempo, proverete delle sensazioni familiari, come di calore, e sorriderete per l'irriverenza del narratore. Un'ironia che forse non piacerà a tutti, ma che io ho indiscutibilmente apprezzato.
Nell'ultima parte dovrete ingranare la quinta, altrimenti Jay Kristoff vi lascerà indietro. La narrazione diventa rapida e incalzante, scene rocambolesche, eventi che si susseguono a un ritmo così frenetico che dovrete prendervi delle pause per non perdervi dei pezzi. Io vi ho avvisato!
Il narratore, che a quanto si dice è un vero e proprio personaggio del libro (quale non l'ho ancora scoperto!), è in terza persona , ma in fin dei conti fa un po' quello che gli pare (beato lui!), rivolgendosi di tanto in tanto direttamente al lettore. Io, che come ben sapete odio la terza persona perchè non mi permette di entrare in modo completo nella storia, questo narratore l'ho proprio amato.
Dopo il flop che era stato per me "Illuminae", credevo avrei messo una pietra sopra a qualunque libro scritto da Jay Kristoff, e invece con Nevernight ho rivalutato completamente il suo stile di scrittura. E a pensarci bene, l'elemento di originalità di questa saga sta proprio qui: nel modo in cui è scritta, un modo che - questa volta devo dar ragione alle voci di corridoio - non credo sia fatto per tutti.
LE NOTE
"Ah, le note mi hanno steso. Stupende, divertenti, interessanti!"
E DIRE CHE PER ME DIVERTENTE ERA SALTARLE, LE NOTE.
Ci ho provato, parola di lupetto che ho provato a leggerle. All'inizio mi sono sforzata, ma dopo credo tre pagine (ops!) ho deciso che avrei saltato tutte quelle note più lunghe di una riga, che beh... sono praticamente tutte! Un po' perchè se stai leggendo A è davvero irritante doverti fermare a leggere B, un po' perchè queste famigerate note non sono altro che storie di miti, leggende ed eventi storici passati di cui a me non fregava una beneamata fava e che mi procuravano una fulminea forma di narcolessia dopo tre secondi. Ma questo è un problema che ho da sempre con le note, per cui in verità il mio consiglio è quello di leggerle. Durante o dopo che avete finito il capitolo, al termine del romanzo, mentre mangiate, sotto la doccia, leggetele quando vi pare, ma fatelo. Vi daranno una conoscenza più approfondita del world building creato da Jay Kristoff e tirerete qualche improperio in meno quando non capirete cosa state leggendo. Fidatevi!
E QUINDI? COSA NE PENSI DI NEVERNGIHT?
Penso che sia un saga dalle premessa valide, ma che sia stata presentata nel modo sbagliato. Non è un miracolo editoriale (quanto più un miracolo del marketing) e ancora non capisco da dove vengano fuori tutte queste dicerie, ma è una storia che sa sicuramente farsi apprezzare. È una storia accattivante, che si ciba di vendetta e misteri, di sangue e di legami proibiti.
Nonostante sia consapevole dei suoi difetti, Nevernight ha sicuramente attirato la mia attenzione e, visto il desiderio con cui sto aspettando di avere tra le mani il secondo volume, non posso fare a meno di consigliarvela. L'importante è che partiate consapevoli di cosa avete tra le mani, così facendo non potrete rimanerne delusi.
"Mai tirarsi indietro. Mai avere paura. E mai, mai dimenticare."