lunedì 12 novembre 2018

Recensione "L'illusione della verità" di Wendy Walker

Buongiorno lettori!
Oggi vi porto la recensione di un libro che mi ha confusa molto. L'intento è quello di mettere un po' d'ordine tra le diverse sensazioni che questo romanzo mi ha lasciato.


Titolo: L'illusione della verità
Autore: Wendy Walker
Editore: Editrice Nord
Data di pubblicazione: 8 marzo 2018
Prezzo: € 18,00
Trama: Quella sera, in famiglia c'è una lite furiosa. Dopo le urla e il pianto, si avverte il rombo di un motore, poi torna il silenzio. Il giorno seguente, le sorelle Tanner sono scomparse. L'auto della diciassettenne Emma viene ritrovata nei pressi della spiaggia: all'interno, solo la sua borsa e le scarpe. Della quindicenne Cassandra, invece, nessuna traccia. Le autorità vagliano tutte le ipotesi, per poi congelare il caso, disorientate. Tre anni dopo, Cassandra torna a casa... da sola. Racconta che lei ed Emma sono state rapite e tenute prigioniere su una misteriosa isola del Maine, senza telefono, televisione o elettricità. La sua versione dei fatti, però, è piena di buchi; soprattutto, il suo racconto del giorno della scomparsa non coincide con le deposizioni raccolte dai detective. Sembrerebbe che la memoria della ragazza sia ancora compromessa dal trauma eppure, per la psicologa forense Abby Winter, i conti non tornano. È successo qualcosa quella notte di tre anni prima, qualcosa che la famiglia Tanner sta tentando disperatamente di nascondere. In cerca di risposte, la dottoressa rivolge quindi lo sguardo verso la madre, il patrigno e il fratellastro di Cassandra. A poco a poco, nel quadro apparentemente perfetto di quella famiglia come tante, Abby intuisce inquietanti crepe, indizi pericolosi che conducono lungo una strada costellata di menzogne, inganni e tradimenti. Una strada che Abby sarà costretta a percorrere, se vuole salvare Emma...



RECENSIONE 

Come spesso accade, avevo deciso di leggere L'illusione della verità non appena saputo della sua pubblicazione. Così avevo aperto Goodreads, digitato il titolo e segnato come "voglio leggere". Ormai è un gesto automatico. Questo, però, succedeva a marzo. Otto mesi dopo non avevo neanche ancora comprato il libro, figurarsi averlo letto. Fu così che, quando trovai disponibile la copia in biblioteca, decisi che era giunto il momento.

Partiamo dallo sviluppo della trama, che non è stato certamente ciò che mi aspettavo. Credevo che questo libro avrebbe fatto scintille, invece mi ha lasciato abbastanza perplessa.

L'illusione della verità non è altro che un lunghissimo resoconto di 300 e più pagine di ciò che è successo a Cassandra ed Emma durante gli anni della loro scomparsa da casa. Non c'è azione, non c'è quasi interazione tra i personaggi. C'è solo un interminabile ricordo che viene raccontato a capitoli alterni direttamente dalla voce di Cass o tramite le registrazioni che la Dottoressa Winters ha ottenuto durante la deposizione della ragazza. Per di più questo doppio punto di vista è presentato vicendevolmente in prima e in terza persona, con la conseguenza che ad ogni nuovo capitolo mantenere il filo del discorso è difficile.

Il personaggio centrale è indiscutibilmente quello di Cassandra, l'unica delle due sorelle ad aver fatto ritorno a casa, ma per assurdo le parti più interessanti sono state quelle con il POV della psicologa, forse perchè avevo una curiosità famelica riguardo al narcisismo patologico. Già, perchè dovete sapere che i personaggi non sono mica tutti in quadro. L'impressione che ho avuto è che fossero tutti dei pazzi psicotici bugiardi. Vengono presentati tantissimi fatti e tu sai che c'è qualcosa di non vero, ma non riesci a distinguere cosa, a cominciare dallo stesso racconto di Cass. La storia della sua scomparsa viene raccontata sin dalle prime pagine, per cui nasce inevitabilmente il sospetto che le sue parole non siano completamente vere. È troppo strano che l'autrice sveli i suoi trucchi già dal principio. Eppure, nonostante i tuoi sforzi, non ci riesci: non sei in grado di distinguere la verità dalle sue bugie o se le sue emozioni e i suoi pensieri siano reali. Prima le credi, poi non più, poi sì di nuovo. E vai avanti così fino alla fine del libro. E sapete questo è forse l'aspetto del romanzo che mi è piaciuto di più. Il fatto che il dubbio si insinui nella tua mente, ma non ti abbandoni fino a quando non giri l'ultima pagina. Bello, bello, bello.

Quello che ho apprezzato decisamente meno sono state le spiegazioni fornite per sciogliere i nodi. Vi giuro che ho pensato "c'è qualcosa di molto strano in tutto questo", perchè le azioni dei personaggi sono spesso al limite dell'assurdità. Una persona ha provato a spiegarmi che, forse, i comportamenti sono stati così folli perchè il fortissimo narcisismo patologico di uno dei personaggi ha influenzato a cascata tutti gli altri. Sarà, ma a me alcune scelte sono sembrate abbastanza discutibili.

L'illusione della verità è, pertanto, un romanzo che definirei a metà, lì lì in bilico. Ha diversi punti di forza, ma lascia troppi spiragli aperti. Sotto un certo punto di vista sembra quasi abbia un finale aperto, perchè anche se tutti i nodi vengono al pettine e il lettore ha un quadro chiaro della situazione, in realtà rimane con l'impressione che le cose non vengano risolte del tutto.

È una lettura che consiglio, ma con delle riserve perchè in troppi punti non mi ha convinto. So, però, che molti ne sono rimasti folgorati per cui non posso fare a meno di esortarvi a leggerlo, analizzarlo e dare poi vita insieme a un confronto di opinioni.




lunedì 5 novembre 2018

Perchè leggere rosa è bello, ovvero inno ai romanzi d'amore

La letteratura rosa è da sempre sotto accusa.

Quante volte ti sarai sentita dire che chi legge romanzi rosa non vale niente, che chi apprezza questo genere è intellettualmente stupido, una donnicciuola che deve sfogare le sue frustrazioni, una ragazzina mai cresciuta che crede ancora in amori impossibili e irreali. Quante volte ti hanno fatto sentire inferiore, con i loro sguardi accusatori, le loro espressioni piene di pregiudizi, i loro pensieri così assordanti. Quante volte ti hanno fatto vergognare di ciò che ti piaceva. Quante volte sei stata lì lì per urlare al mondo che leggere romanzi d'amore è appassionante, è travolgente, è irruente, ma poi hai perso la voce e hai nascosto la mano dietro la schiena.

Beh, a me è successo tante di quelle volte che ormai non le conto neanche più. Eppure sono ancora qui, anno dopo anno, ad amare sempre di più questo genere. Anche se non lo leggo più frequentemente come una volta, anche se spesso decido di dare la precedenza ad altre letture.

E così il post di oggi non vuole essere un'arringa in difesa di un genere che pochi riescono ad apprezzare, nè un'accusa nei confronti di chi per primo ha lanciato vuote accuse. No. Il post di oggi vuole essere un flusso di coscienza volto a esplorare le diverse sfumature dell'amore e i benefici che un libro come un romance può offrire.

Fatte queste premesse, partiamo dal presupposto che credo esistano 4 tipi di persone:
  • chi è innamorato dell'amore
  • chi rincorre continuamente l'amore
  • chi è indifferente all'amore
  • chi è stato spezzato dall'amore

Nessuno, nel corso della sua vita, rimane fermo per sempre nella stessa categoria. È più facile che zampetti da una casella all'altra come una trottola impazzita. E questo significa che il suo stato d'animo nei confronti dei romanzi d'amore non sarà mai lo stesso. Ma è proprio questo il bello. E non solo il bello della letteratura rosa, ma della lettura in generale.

Il punto è che il valore che possiede un romance è quello di offrirti una chiave di lettura diversa a seconda del periodo di vita che stai affrontando.

Quando stai rincorrendo l'amore, ma quello ti sfugge, avere la possibilità di sentirlo scorrere su carta è fenomenale. Perchè? Beh, perchè provare quella sensazione di sfarfallio nello stomaco, di calore umano, di sicurezza e di felicità è meraviglioso e nessuno ha il diritto di negarti questa possibilità. È inutile che ci prendiamo in giro, tutti tutti tutti vorremmo sentirci amati. E se possiamo provare quella sensazione tramite un flusso inarrestabile di parole che male c'è?

Quando invece sei innamorato dell'amore, la letteratura rosa può essere quell'arma vincente che non ti rende mai sazio, che ti ricopre incessantemente di questo sentimento tanto travolgente.

Quando poi si è indifferenti all'amore è allora che questa letteratura diventa indispensabile, è allora che c'è bisogno di qualcosa che sciolga il tuo cuore di ghiaccio. Anche le tigri più feroci si commuovono di fronte a un gattino ferito e indifeso, non è forse vero? E allora perchè non lasciarsi travolgere da un po' di romanticismo?

E infine c'è il momento più duro: quel periodo in cui pensare all'amore non ti provoca altro che nausea, perchè è stato proprio l'amore a distruggerti, a spezzarti, a farti provare quella sofferenza che non ti fa respirare. Ma, forse, in questo caso, la forza di un romanzo d'amore può insegnarti che non sarà così per sempre, che puoi ancora tornare a provare quelle sensazioni che prima ti erano così familiari. Forse la letteratura rosa non è materiale per donne frustrate, ma per donne che combattono per sentirsi di nuovo bene. Forse, ma dico forse, leggere romanzi d'amore non è un'attività poi così riprovevole.

Con questo non sto dicendo che la letteratura rosa debba piacere a tutti, ci mancherebbe. Sto dicendo che sono stanca di dovermi giustificare perchè leggo rosa o di sentirmi in difetto quando mi chiedono quali generi mi piacciono.

Quando lessi "Il club delle cattive ragazze" ricordo bene il passaggio in cui si parlava de L'amante di Lady Chatterley. Un romanzo che fece scalpore al tempo della sua pubblicazione per il suo contenuto, ma che al giorno d'oggi viene invece annoverato tra i classici della letteratura. Come può lo stesso libro suscitare reazioni tanto diverse? Può, quando l'amore ci fa paura.

E invece non deve essere così, non dobbiamo averne paura.

La letteratura rosa può offrire conforto, risate, leggerezza, profondità, ansia, gioia, turbamento, vita, mistero, azione e paura come qualunque altro romanzo. E può donare una prospettiva diversa a seconda dell'esperienza di chi lo legge. E questo è ciò che accade con un libro indipendentemente dal genere e dal suo colore. Certo, non deve essere scritto con i piedi, ma questo diventa un problema del singolo romanzo, non dell'intero genere letterario.

In fondo si sa, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio e in questo genere la possibilità di spaziare è infinita.

Per cui spaziate, cercate, rovistate, ma alla fine lasciatevi coinvolgere in tutta serenità da una sana e bella storia d'amore.