lunedì 10 giugno 2019

Recensione "Le parole che non ti ho detto" di Nicholas Sparks

Buongiorno lettori,
sto cercando di scrivere un'introduzione da quasi un'ora, ogni volta mi dimentico come si fa. Ma poi in fondo penso: non è la ricerca di un'introduzione essa stessa un'introduzione? Sì, un po' come lo yogurt Muller.




Per cui signore e signori, amici e parenti, cani e gatti, siamo qui riuniti oggi per celebrare la recensione di un libro che avrei dovuto leggere molto tempo fa.

Per saperne di più, beh, sapete cosa fare!


Titolo: Le parole che non ti ho detto
Autore: Nicholas Sparks
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: Settembre 2004
Prezzo: € 8,50
Trama: Durante una vacanza Theresa, un'affascinante giornalista in carriera, trova su una spiaggia una bottiglia che contiene una lettera: sono le strazianti parole di un uomo, Garrett, che ha perso la donna amata. Un messaggio che turba e commuove Theresa fino a spingerla a cercare chi lo ha scritto. Per una serie di coincidenze, il suo desiderio si avvera: lei e Garrett si incontrano e tra loro sboccia una passione travolgente. Che tuttavia non è al riparo dalle tempeste della vita. Un romanzo struggente che ha ispirato l'omonimo film con Kevin Kostner.



RECENSIONE 

Vorrei iniziare questa recensione citando un antico e saggio proverbio cinese: meglio tardi che mai. Va bene va bene, di cinese non c'è nulla (se non quel fantastico involtino primavera che mi sono scofanata a pranzo... non ditelo a nessuno mi raccomando!) ma sapete com'è, no? Ehm, no forse non lo sapete.

Dunque, andiamo subito al sodo. [non l'uovo eh! Mi sa proprio che ho qualche problemino con il cibo...]

Ebbene... 
*rullo di tamburi*
Ho letto il mio primo libro di Nicholas Sparks e mi è piaciuto!




Mi raccomando non troppo entusiasmo.


Ecco, io un po' eccitata lo sono, perchè vi devo confessare che Sparks è un autore che non mi ha mai attiratto più di tanto. Il motivo proprio non lo so. Ma poi è successo che mi è stato regalato questo libro nel periodo più nero possibile per la lettura, quello in cui ogni 10/15 pagine lette abbandonavo un libro per iniziarne uno nuovo, quello in cui ero diventata un blocco del lettore che cammina, quello in cui sembrava che nessuna storia fosse più capace di emozionarmi, finchè in un attimo Garrett e Theresa sono stati in grado di riportarmi alla vita.

Intendiamoci, "Le parole che non ti ho detto" è un libro pieno, pienissimo di difetti e mancanze e imperfezioni e il mio compito è proprio quello di analizzarle e di discuterne insieme, ma non posso ignorare le corde che Sparks ha saputo toccare.

Iniziamo quindi da qui, dai lati positivi di questo libro, prima che la parte razionale riesca a prendere il sopravvento.
Il fatto è che, ancora una volta, mi sono lasciata abbindolare dalle emozioni. La scrittura di Sparks è, infatti, un frullato di sentimento, di cuore, di passione ed emotività. È un concentrato di eccitazione e turbamento, una combinazione di tenerezza e fragilità. Insomma, è l'emblema del mio solito punto debole: in fondo mi basta una matita e un post-it per essere felice.

Perciò ecco, se vi devo dire cosa mi è piaciuto de "Le parole che non ti ho detto", la lista si esaurisce in soli 3 punti:
1. La delicatezza e la sensibilità con cui viene portata avanti l'idea alla base del libro.
2. Jeb, padre del protagonista, ovvero l'unico personaggio con cui mi sono trovata concettualmente d'accordo.
3. Il finale, che è una vera e propria bomba.

Tutto il resto...
un grosso enorme gigantesco meh.

Anche qui i problemi principali sono facilmente individuabili. 

Il primo è la trama, che è completamente assente: non c'è ricchezza di contenuto, di vicende, nè di azione. Questo libro è un brodo che cuoce lento per 335 pagine e che non viene mai girato o insaporito da nuovi ingredienti. Ciò che ne consegue è una grande superficialità dei temi trattati.

Il secondo punto riguarda i due protagonisti, nonchè gli unici altri elementi che si possono analizzare all'interno di una storia tanto scarna.

Nei primi capitoli del libro Theresa trova sulla spiaggia una bottiglia che contiene una lettera: una struggente e straziante lettera d'amore che uno sconosciuto ha affidato alle cure del mare. Un grido d'aiuto tanto disperato quanto romantico, devastante, triste. Un grido che commuoverà Theresa a tal punto da spingere a cercare l'autore di quella lettera.


"[...]E con il cuore a pezzi rimango a guardarti mentre sparisci piano piano. Cerco disperatamente di ricordare ogni particolare di questo momento, ogni particolare di te. Ma presto, sempre troppo presto, la tua immagine svanisce e la nebbia ritorna da dove è venuta, e io resto solo sul molo e non m'importa di ciò che pensano gli altri mentre chino la testa e piango, piango, piango."

Certo, fino a qui tutto molto bello, se non fosse che il rapporto che si instaura tra i due protagonisti non è sano. Avete presente quando si dice "prima di poter stare con un'altra persona devi imparare a stare bene con te stesso"? Ecco, a quanto pare loro due questo detto non l'hanno mai sentito.

Garrett, soprattutto, è un'anima profondamente tormentata dal proprio passato e decisamente poco equilibrato dal punto di vista psicologico. Eppure l'autore ignora questo fatto e lo fa agire come se quella con Theresa fosse la storia d'amore più romantica e dolce di sempre. NO! NO! NO! Ripetete con me: non c'è niente di poetico in tutto questo. Garrett ha chiaramente bisogno di un sostegno psicologico e non solo per superare gli eventi traumatici che hanno segnato la sua vita, ma anche per lavorare sul proprio carattere. Non giriamoci intorno: Garrett è un uomo possessivo, appiccicoso e disturbato e renderlo l'autore di lettere d'amore che farebbero sciogliere anche un cubetto di ghiaccio dentro al freezer non servirà a nascondere questi problemi del suo carattere.

Per fortuna Theresa si presenta come un personaggio decisamente più maturo e strutturalmente valido, seppur non abbia empatizzato per niente con lei.

Inoltre il libro è pieno di dinamiche tra i vari personaggi del tutto inverosimili: dal primo incontro tra i protagonisti, all'insta-love, al modo in cui interagiscono Garrett e Kevin (il figlio di Theresa), ai vari spostamenti in aereo. Non c'è niente di credibile, niente di veritiero. Sfido chiunque a dirmi che nella realtà potrebbe succedere ciò che Sparks racconta.

Lo so cosa state pensando dopo questo interminabile sproloquio... "scusa Chiara, ma non avevi detto che il libro ti era piaciuto? Perchè sai, dopo tutto quello che hai scritto non sembra...". E invece sì, certo che mi è piaciuto.
Perchè un libro non si legge solo di testa, ma anche di pancia ed è quella che mi frega tutte le volte. È la pancia che mi spinge a dirvi che la bellezza di un libro, a volte, sta anche nelle sue imperfezioni, se le sensazioni e le emozioni che vi suscitano vi fanno star bene. E, nonostante tutto, leggere "Le parole che non ti ho detto" mi ha fatto star bene.