giovedì 8 marzo 2018

IL PIACERE DI LEGGERE: CUORE O TESTA?

Ultimamente mi è capitata una cosa curiosa. Ho letto due libri (che novità direte voi!), oggettivamente poveri di trama ma che mi hanno lasciato sensazioni diametralmente opposte. Il primo mi ha conquistata a tal punto da rendermi conto dell'inconsistenza della trama solo a conclusione del romanzo, nel secondo la pochezza di contenuto si sentiva schiacciante come un macigno ad ogni cambio pagina. Da qui mi sono irrimediabilmente chiesta quali fossero i miei parametri di giudizio. Il caso ha voluto che mi comparisse in bacheca l'invito ad un corso sul passaggio dalla lettura emozionale all'analisi critica. Le domande erano ormai diventate troppe: avevo sempre recensito basandomi su una lettura di sensazioni? Potevo davvero dare una valutazione alta solo perchè avevo provato forti emozioni, solo perchè avevo letto con grande voracia o mi ero particolarmente legata a un personaggio? Beh, alla fine mi sono risposta che sì, potevo fare tutte queste cose.

Andiamo con ordine.

I libri cui faccio riferimento all'inizio di questo post sono La distanza tra le stelle di Lily Brooks-Dalton, autoconclusivo, e Ignite me di Tahereh Mafi, terzo e ultimo-non-più-ultimo capitolo della serie Shatter me.

Di seguito le impressioni.

La distanza tra le stelle si presenta come un romanzo ripetitivo, lento, quasi privo di dialoghi, un romanzo dove tutto quello che succede fa riferimento al passato dei protagonisti. La lettura è faticosa e pesante e ogni volta che sembra esserci un minimo di iniziativa svolta a muovere la situazione, finisce bruscamente il capitolo e si riparte con una nuova interminabile litania su quanto è brutto e cattivo il mondo. Prima di esprimere un giudizio pesantemente negativo sull'opera mi son detta che forse l'autrice ha scelto di non arricchire la narrazione di eventi per permettere al lettore di compiere un'analisi introspettiva del romanzo, ed essendo per questo stata una scelta consapevole, il mio giudizio sarebbe dovuto essere più oggettivo. Insomma, il mio giudizio emozionale era un 2, ma si meritava forse di più?

Con Ignite Me è accaduto l'esatto opposto. Lo stile di scrittura avvincente e scorrevole combinato con personaggi estremamente sfaccettati e piacevoli mi hanno fatto volare a fine libro in un batter d'occhio. Le intense emozioni mi hanno fatto affezionare alla storia. Alla fine dei conti Ignite Me mi era proprio piaciuto. Girando l'ultima pagina, però, mi sono resa conto che qualcosa mi aveva lasciata insoddisfatta: cosa avevo appena letto? Cosa era appena successo in 300 e più pagine? Poco niente. La verità è che dal punto di vista del contenuto era estremamente povero. La Mafi aveva passato centinaia di pagine ad accumulare dialoghi su dialoghi e a reiterare gli stessi comportamenti, lasciando uno spazio pari a un'esigua manciata di pagine alla vera azione. Una serie di 3 libri si era così risolta in un finale sbrigativo e banale. Eppure, oltre alla delusione, provavo ancora un forte amore. Come era possibile che mi fosse piaciuto tanto? Era forse perchè, essendo il terzo libro di una serie, avevo già un background alle spalle? Era stato lo stile di scrittura l'elemento vincente? Potevo dare tanto peso a un solo elemento?

Ho pensato per giorni alla diatriba che avevano scatenato in me questi due libri. A cosa fosse più giusto fare. A quale fosse il modo più onesto per esprimere un giudizio. Alla fine mi sono risposta che nessuna media di voti, percentuale o statistica sarebbe stata la scelta più adatta. In fondo non sono un recensore professionista. Alla fine ho scelto di seguire il cuore e le emozioni, di assecondare pensieri e sensazioni perchè l'unico reale giudizio che avevo voglia di trasmettere al prossimo lettore era un puro e semplice giudizio emozionale. Forse voi non sarete d'accordo, ma se trasformassi la mia lettura di cuore in un'asettica analisi critica sarebbe la fine del mio piacere di leggere.


2 commenti:

  1. Credo che la lettura sia, prima di tutto, una questione privata e che ognuno vive secondo i propri canoni e le proprie regole. You do you, gurl! :)

    P.S.: sono davvero felice del tuo ritorno! <3

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    1. È verissimo il fatto che la lettura sia una questione privata, ma mi sono posta il problema perchè, nel momento in cui condividi la tua opinione su una piattaforma raggiungibile da tutti, vieni un po' privato di quella intimità. O almeno questa è la sensazione che provo io. Quando non tieni più la tua passione per te, ma vuoi condividerla con altre persone qual è il giusto metro di giudizio da adottare? Mi è frullata questa domanda in testa e ho voluto pensarci un po' su prima di prendere la mia decisione.

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