Buongiorno lettori!
Oggi vi porto la recensione di un libro che mi ha confusa molto. L'intento è quello di mettere un po' d'ordine tra le diverse sensazioni che questo romanzo mi ha lasciato.
Oggi vi porto la recensione di un libro che mi ha confusa molto. L'intento è quello di mettere un po' d'ordine tra le diverse sensazioni che questo romanzo mi ha lasciato.
Editore: Editrice Nord
Data di pubblicazione: 8 marzo 2018
Prezzo: € 18,00
Trama: Quella sera, in famiglia c'è una lite furiosa. Dopo le urla e il pianto, si avverte il rombo di un motore, poi torna il silenzio. Il giorno seguente, le sorelle Tanner sono scomparse. L'auto della diciassettenne Emma viene ritrovata nei pressi della spiaggia: all'interno, solo la sua borsa e le scarpe. Della quindicenne Cassandra, invece, nessuna traccia. Le autorità vagliano tutte le ipotesi, per poi congelare il caso, disorientate. Tre anni dopo, Cassandra torna a casa... da sola. Racconta che lei ed Emma sono state rapite e tenute prigioniere su una misteriosa isola del Maine, senza telefono, televisione o elettricità. La sua versione dei fatti, però, è piena di buchi; soprattutto, il suo racconto del giorno della scomparsa non coincide con le deposizioni raccolte dai detective. Sembrerebbe che la memoria della ragazza sia ancora compromessa dal trauma eppure, per la psicologa forense Abby Winter, i conti non tornano. È successo qualcosa quella notte di tre anni prima, qualcosa che la famiglia Tanner sta tentando disperatamente di nascondere. In cerca di risposte, la dottoressa rivolge quindi lo sguardo verso la madre, il patrigno e il fratellastro di Cassandra. A poco a poco, nel quadro apparentemente perfetto di quella famiglia come tante, Abby intuisce inquietanti crepe, indizi pericolosi che conducono lungo una strada costellata di menzogne, inganni e tradimenti. Una strada che Abby sarà costretta a percorrere, se vuole salvare Emma...
Trama: Quella sera, in famiglia c'è una lite furiosa. Dopo le urla e il pianto, si avverte il rombo di un motore, poi torna il silenzio. Il giorno seguente, le sorelle Tanner sono scomparse. L'auto della diciassettenne Emma viene ritrovata nei pressi della spiaggia: all'interno, solo la sua borsa e le scarpe. Della quindicenne Cassandra, invece, nessuna traccia. Le autorità vagliano tutte le ipotesi, per poi congelare il caso, disorientate. Tre anni dopo, Cassandra torna a casa... da sola. Racconta che lei ed Emma sono state rapite e tenute prigioniere su una misteriosa isola del Maine, senza telefono, televisione o elettricità. La sua versione dei fatti, però, è piena di buchi; soprattutto, il suo racconto del giorno della scomparsa non coincide con le deposizioni raccolte dai detective. Sembrerebbe che la memoria della ragazza sia ancora compromessa dal trauma eppure, per la psicologa forense Abby Winter, i conti non tornano. È successo qualcosa quella notte di tre anni prima, qualcosa che la famiglia Tanner sta tentando disperatamente di nascondere. In cerca di risposte, la dottoressa rivolge quindi lo sguardo verso la madre, il patrigno e il fratellastro di Cassandra. A poco a poco, nel quadro apparentemente perfetto di quella famiglia come tante, Abby intuisce inquietanti crepe, indizi pericolosi che conducono lungo una strada costellata di menzogne, inganni e tradimenti. Una strada che Abby sarà costretta a percorrere, se vuole salvare Emma...
RECENSIONE
Come spesso accade, avevo deciso di leggere L'illusione della verità non appena saputo della sua pubblicazione. Così avevo aperto Goodreads, digitato il titolo e segnato come "voglio leggere". Ormai è un gesto automatico. Questo, però, succedeva a marzo. Otto mesi dopo non avevo neanche ancora comprato il libro, figurarsi averlo letto. Fu così che, quando trovai disponibile la copia in biblioteca, decisi che era giunto il momento.
Partiamo dallo sviluppo della trama, che non è stato certamente ciò che mi aspettavo. Credevo che questo libro avrebbe fatto scintille, invece mi ha lasciato abbastanza perplessa.
L'illusione della verità non è altro che un lunghissimo resoconto di 300 e più pagine di ciò che è successo a Cassandra ed Emma durante gli anni della loro scomparsa da casa. Non c'è azione, non c'è quasi interazione tra i personaggi. C'è solo un interminabile ricordo che viene raccontato a capitoli alterni direttamente dalla voce di Cass o tramite le registrazioni che la Dottoressa Winters ha ottenuto durante la deposizione della ragazza. Per di più questo doppio punto di vista è presentato vicendevolmente in prima e in terza persona, con la conseguenza che ad ogni nuovo capitolo mantenere il filo del discorso è difficile.
Il personaggio centrale è indiscutibilmente quello di Cassandra, l'unica delle due sorelle ad aver fatto ritorno a casa, ma per assurdo le parti più interessanti sono state quelle con il POV della psicologa, forse perchè avevo una curiosità famelica riguardo al narcisismo patologico. Già, perchè dovete sapere che i personaggi non sono mica tutti in quadro. L'impressione che ho avuto è che fossero tutti dei pazzi psicotici bugiardi. Vengono presentati tantissimi fatti e tu sai che c'è qualcosa di non vero, ma non riesci a distinguere cosa, a cominciare dallo stesso racconto di Cass. La storia della sua scomparsa viene raccontata sin dalle prime pagine, per cui nasce inevitabilmente il sospetto che le sue parole non siano completamente vere. È troppo strano che l'autrice sveli i suoi trucchi già dal principio. Eppure, nonostante i tuoi sforzi, non ci riesci: non sei in grado di distinguere la verità dalle sue bugie o se le sue emozioni e i suoi pensieri siano reali. Prima le credi, poi non più, poi sì di nuovo. E vai avanti così fino alla fine del libro. E sapete questo è forse l'aspetto del romanzo che mi è piaciuto di più. Il fatto che il dubbio si insinui nella tua mente, ma non ti abbandoni fino a quando non giri l'ultima pagina. Bello, bello, bello.
Quello che ho apprezzato decisamente meno sono state le spiegazioni fornite per sciogliere i nodi. Vi giuro che ho pensato "c'è qualcosa di molto strano in tutto questo", perchè le azioni dei personaggi sono spesso al limite dell'assurdità. Una persona ha provato a spiegarmi che, forse, i comportamenti sono stati così folli perchè il fortissimo narcisismo patologico di uno dei personaggi ha influenzato a cascata tutti gli altri. Sarà, ma a me alcune scelte sono sembrate abbastanza discutibili.
L'illusione della verità è, pertanto, un romanzo che definirei a metà, lì lì in bilico. Ha diversi punti di forza, ma lascia troppi spiragli aperti. Sotto un certo punto di vista sembra quasi abbia un finale aperto, perchè anche se tutti i nodi vengono al pettine e il lettore ha un quadro chiaro della situazione, in realtà rimane con l'impressione che le cose non vengano risolte del tutto.
È una lettura che consiglio, ma con delle riserve perchè in troppi punti non mi ha convinto. So, però, che molti ne sono rimasti folgorati per cui non posso fare a meno di esortarvi a leggerlo, analizzarlo e dare poi vita insieme a un confronto di opinioni.
Partiamo dallo sviluppo della trama, che non è stato certamente ciò che mi aspettavo. Credevo che questo libro avrebbe fatto scintille, invece mi ha lasciato abbastanza perplessa.
L'illusione della verità non è altro che un lunghissimo resoconto di 300 e più pagine di ciò che è successo a Cassandra ed Emma durante gli anni della loro scomparsa da casa. Non c'è azione, non c'è quasi interazione tra i personaggi. C'è solo un interminabile ricordo che viene raccontato a capitoli alterni direttamente dalla voce di Cass o tramite le registrazioni che la Dottoressa Winters ha ottenuto durante la deposizione della ragazza. Per di più questo doppio punto di vista è presentato vicendevolmente in prima e in terza persona, con la conseguenza che ad ogni nuovo capitolo mantenere il filo del discorso è difficile.
Il personaggio centrale è indiscutibilmente quello di Cassandra, l'unica delle due sorelle ad aver fatto ritorno a casa, ma per assurdo le parti più interessanti sono state quelle con il POV della psicologa, forse perchè avevo una curiosità famelica riguardo al narcisismo patologico. Già, perchè dovete sapere che i personaggi non sono mica tutti in quadro. L'impressione che ho avuto è che fossero tutti dei pazzi psicotici bugiardi. Vengono presentati tantissimi fatti e tu sai che c'è qualcosa di non vero, ma non riesci a distinguere cosa, a cominciare dallo stesso racconto di Cass. La storia della sua scomparsa viene raccontata sin dalle prime pagine, per cui nasce inevitabilmente il sospetto che le sue parole non siano completamente vere. È troppo strano che l'autrice sveli i suoi trucchi già dal principio. Eppure, nonostante i tuoi sforzi, non ci riesci: non sei in grado di distinguere la verità dalle sue bugie o se le sue emozioni e i suoi pensieri siano reali. Prima le credi, poi non più, poi sì di nuovo. E vai avanti così fino alla fine del libro. E sapete questo è forse l'aspetto del romanzo che mi è piaciuto di più. Il fatto che il dubbio si insinui nella tua mente, ma non ti abbandoni fino a quando non giri l'ultima pagina. Bello, bello, bello.
Quello che ho apprezzato decisamente meno sono state le spiegazioni fornite per sciogliere i nodi. Vi giuro che ho pensato "c'è qualcosa di molto strano in tutto questo", perchè le azioni dei personaggi sono spesso al limite dell'assurdità. Una persona ha provato a spiegarmi che, forse, i comportamenti sono stati così folli perchè il fortissimo narcisismo patologico di uno dei personaggi ha influenzato a cascata tutti gli altri. Sarà, ma a me alcune scelte sono sembrate abbastanza discutibili.
L'illusione della verità è, pertanto, un romanzo che definirei a metà, lì lì in bilico. Ha diversi punti di forza, ma lascia troppi spiragli aperti. Sotto un certo punto di vista sembra quasi abbia un finale aperto, perchè anche se tutti i nodi vengono al pettine e il lettore ha un quadro chiaro della situazione, in realtà rimane con l'impressione che le cose non vengano risolte del tutto.
È una lettura che consiglio, ma con delle riserve perchè in troppi punti non mi ha convinto. So, però, che molti ne sono rimasti folgorati per cui non posso fare a meno di esortarvi a leggerlo, analizzarlo e dare poi vita insieme a un confronto di opinioni.
Non sono una grande fan del genere thriller ("non sono una grande fan"= non ne ho mai letto uno), ma penso che sia estremamente difficile scriverne uno! L'effetto noia è davvero dietro l'angolo. ❤
RispondiEliminaDovresti assolutamente provare a leggere qualcosa!
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