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mercoledì 12 settembre 2018

Recensione "Flawed. Gli imperfetti" di Cecelia Ahern

La lettura è soggettiva, su questo siamo tutti d'accordo. Ciò che piace a me, non piace a te, e viceversa. Un genere letterario, uno stile di scrittura, la caratterizzazione di un personaggio sono tutti elementi che possono portare un lettore ad amare un libro e un altro lettore ad odiarlo. Ma c'è un fattore che può, più di tutto, influenzare l'esito finale: lo stato d'animo in cui ti trovi mentre stai leggendo. E credetemi, leggere Flawed è stato come guardarsi allo specchio. Tra poco capirete. 

[ NOTA BENE Nel corso della recensione vengono citate due scene che non ho ritenuto di dover censurare come spoiler perchè presenti anche nella trama del romanzo. In ogni caso i paragrafi in questione sono segnalati da un rettangolino rosso. Spero di non rovinare la lettura a nessuno.]


Titolo: Flawed. Gli imperfetti
Autore: Cecelia Ahern
Editore: DeA
Data di pubblicazione: 13 settembre 2016
Prezzo: € 14,90
Trama: In un futuro non molto lontano, il giudice ​Crevan conduce una spietata guerra contro l’immoralità. È lui e lui solo a decidere chi è un cittadino modello, e chi invece è un “imperfetto”, un essere Fallato da marchiare a ​ ​ fuoco con una ​F sulla pelle e da allontanare dalla società civile. Celestine ha diciassette anni e non ha mai avuto dubbi sul suo ruolo nel mondo: è una figlia perfetta, una studentessa perfetta, ed è anche una fidanzata perfetta. La fidanzata di Art, il figlio del giudice Crevan. Ma un giorno tutto cambia. Celestine vede un Fallato in fin di vita e sente di doverlo aiutare. D’un tratto tutto ciò che ha sempre ritenuto giusto non lo è più. Perché la compassione è più forte. Più forte della legge e delle rigide regole del giudice Crevan. Celestine decide quindi di aiutare il pover’uomo e quella decisione cambia la sua vita in un attimo. Allontanata dalla famiglia, arrestata e umiliata, la ragazza viene trascinata in processo davanti a Crevan. E proprio lui, incurante delle suppliche di Art, la condanna a essere marchiata a fuoco come Fallata. Sarà durante il processo che la strada di Celestine incrocerà quella di Carrick Vane, un Fallato misterioso e affascinante: l’unico amico su cui d’ora in poi Celestine potrà contare.


RECENSIONE 

Se avete letto l'introduzione, intuirete che recensire in modo imparziale questo libro per me è molto difficile. Ho raggiunto un punto di immedesimazione tale che a un certo punto la finzione si è mischiata con la realtà e le parole della Ahern si sono trasformate nella mia unica fonte di conforto. Avevo iniziato Flawed carica di aspettative, ansiosa di immergermi in un nuovo mondo, desiderosa di ritrovare la bellezza di una penna amica. Mai avrei pensato che la mia vita sarebbe andata di pari passo con quella di Celestine, la protagonista. Eppure già girando la prima pagina avrei dovuto prevederlo: lì a fissarmi c'era una semplice definizione, in realtà presagio di sventura.


FALLATO: difettoso, danneggiato, imperfetto, deturpato, guasto, malsano, fragile, carente, incompleto, invalido; (relativo a persona) che è incline alle debolezze.

Il mondo in cui vive Celestine ambisce alla perfezione: per questo la società è amministrata da un organo di giustizia, la Gilda, che ha il compito di marchiare a fuoco la pelle di chiunque si allontani da questo ideale. Un marchio che vuole essere un monito per tutti i potenziali disertori, che vuole creare paura nel prossimo, che vuole emarginare i peccatori, i cosiddetti Fallati.

Ciò che innesca lo sviluppo dell'intero romanzo è una particolare scena, che vede come ambientazione un autobus. Ma questa scena a cui mi riferisco non è solo una semplice miccia, nasconde in realtà tutta l'essenza del romanzo: Flawed non è altro che una forma di denuncia nei confronti di una società corrotta, satura di odio, di dubbi, di pregiudizi, di paura e di indifferenza. Flawed non è altro che la spaventosa e brutale rappresentazione di ciò in cui ci stiamo trasformando. E Cecelia Ahern parla di tutto questo in modo eccellente, con una delicatezza e un'incisività magistrale.


La protagonista, Celestine, appartiene a quella parte della società che crede ciecamente nei valori incarnati dalla Gilda: è una ragazza che ama la logica, il metodo, che si impegna nello studio, che ci pensa sempre due volte prima di aprire bocca, che crede nella distinzione tra bianco e nero. Caratteristiche che definiscono anche me. Ma Celestine è anche qualcos'altro: è compassione e amore, è senso di giustizia, è cura e calore. Altre parti di lei in me.

Quando dico che leggere la sua storia è stato come guardarsi allo specchio intendo sottolineare quanto sia stato scioccante rivedermi così profondamente in lei. 

     La prima volta che mi sono immedesimata in Celestine è stato proprio in quella famosa scena dell'autobus. Sapete, una volta sono stata coinvolta in una situazione simile, una situazione in cui l'odio aveva innescato così tanto odio in così tante altre persone e senza nessun fondamento, da spingerle a isolare un  loro amico. Beh, io non ce l'ho fatta a farmi divorare da quell'odio inconsistente, e così ho voltato loro le spalle e allungato la mano verso quel "Fallato", per aiutarlo. In quel momento sono stata tanto orgogliosa del mio gesto quanto lo sono stata per quello di Celestine.     

La seconda volta è stata leggendo i pensieri di Celestine, entrando nella sua testa.

"Quando però vedo la grande F stampata sulla fascia intorno al suo braccio, rabbrividisco, sconvolta dall'idea che un Fallato possa essere minimamente imparentato con me. Quel pregiudizio mi coglie di sorpresa. Poco fa sono rimasta disgustata dalla reazione della donna con le stampelle nei confronti della Fallata che le ha sorriso, eppure senza accorgermene ho dimostrato di pensarla esattamente allo stesso modo."  

Ditemi che non avete mai avuto un pensiero simile. Io confesso, sono umana, a volte a me è capitato. E questa cosa mi terrorizza, mi fa paura che il pregiudizio sia radicato quasi inconsciamente dentro di noi, mi fa paura pensare quanto questo pensiero possa essere attuale e vero.

    La terza volta è stata la peggiore. Celestine che riceve i marchi, Celestine che deve superare il dolore provocato da quei marchi. Che ironia, proprio quando sono arrivata a questo punto del romanzo... è crollato il mondo addosso anche a me, nella vita vera. Strano il destino. E così il dolore di Celestine si è confuso con il mio dolore e viceversa.     
"Sto provando a salvarmi la vita, a lottare, anche se ora non so più se ne valga davvero la pena, visto che l'ultima goccia di forza e speranza che avevo si è prosciugata all'istante. Non mi importa più di nulla. Ho il cuore vuoto: ormai possono farmi ciò che vogliono."

E così abbiamo provato entrambe a reagire, fallendo.
"Dormire. Non faccio che dormire, soffrire e fare sogni agitati."

E poi abbiamo provato a trovare conforto nella carta stampata.
"Ora capisco perchè tante persone leggono, perchè amano perdersi nelle storie altrui. A volte una frase mi colpisce, mi fulmina, perchè descrive una sensazione, un sentimento che ho provato ma non ho mai espresso ad alta voce. Vorrei entrare nelle pagine e dire ai personaggi che li capisco, che non sono soli, che io non sono sola, e che va bene provare quello che provano."

Finchè Celestine, almeno lei, non si è rialzata e ha iniziato a combattere, e le parole della Ahern si sono trasformate in una storia di speranza.

Date tutte queste premesse posso dirvi che, anche se Flawed nasce come un distopico YA, secondo me dei tratti di un tipico YA non contiene nulla, se non il POV di una ragazzina diciassettenne. Si tratta invece di una storia matura che si pone l'obiettivo di denunciare una società corrotta e irrazionale, ma anche di preservarne l'umanità e la compassione. È una storia che descrive un mondo così brutalmente simile al nostro, che approcciarvisi fa quasi paura. È una storia ricca di personaggi poliedrici, reali, vivi. È una storia che scorre libera, decisa, sicura. È una storia che ci vuole insegnare ad amare i nostri difetti. E questo ce lo dice l'autrice stessa, in prima persona, nei ringraziamenti.

La Ahern ci ricorda infatti che va bene essere imperfetti, va bene essere Fallati.
E ora è il mio turno di ricordarlo a voi.


"Se c'è un messaggio che  vorrei passare attraverso queste pagine, è questo: nessuno è perfetto. Non facciamo finta che non sia così. E non abbiamo paura delle nostre imperfezioni. Non bolliamo gli altri, illudendoci di non essere come loro. Accettiamo il fatto che essere umani significa essere Fallati, e impariamo da ogni errore che commettiamo, in modo da non ripeterli."



2 commenti:

  1. Che bella recensione, Chiara!
    Questa serie non rientra nel genere letterario che prediligo, ma la tua riflessione è indice di grande maturità.
    Grazie! <3

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