giovedì 27 dicembre 2018

Recensione "Danza o muori" di Ahmad Joudeh

Buongiorno lettori! 
In ritardissimo sulla tabella di marcia [ah, non sapevo neanche di averne una...] torno con una nuova recensione.
Com'è che si dice? Meglio tardi che mai, eh...

Dopo l'amore e la curiosità che una storia come Non stancarti di andare mi aveva suscitato, ho deciso che volevo approfondire ulteriormente la questione siriana, e così sono finalmente pronta a parlarvi di una delle mie letture di novembre.

Ehm, ehm,...

*colpo di tosse*

Sì, avete letto bene. Novembre.

Eppure, nonostante sia passato quasi un mese, la storia che Ahmad Joudeh mi ha raccontato è ancora vivida nella mia mente e non vedo l'ora di condividerla con voi.


Titolo: Danza o muori
Autore: Ahmad Joudeh
Editore: De Agostini
Data di pubblicazione: 6 novembre 2018
Prezzo: € 16,50
Trama: Danza o Muori è la storia – raccontata dalla voce stessa del suo protagonista – di Ahmad Joudeh, nato nel 1990 da padre palestinese e mamma siriana, e cresciuto nel campo profughi palestinese Yarmouk, a Damasco, in Siria.
Appassionato di ballo fin dalla più tenera età, Ahmad ha frequentato lezioni di danza in segreto a causa dell’opposizione del padre, che lo bastonava alle gambe per impedirgli di ballare. A rendere tutto ancora più difficile, la guerra (le bombe hanno distrutto la sua casa, il suo quartiere, e ucciso cinque membri della sua famiglia). Ma Ahmad Joudeh ha continuato a ballare e a studiare danza sul tetto della casa di amici, un muro come sbarra, tra le pallottole e le esplosioni non troppo lontane, e a dare lezioni di danza ai bambini del campo. Nel 2014 partecipa alla versione araba del reality ‘So You Think You Can Dance’: arriva in semifinale, ma non vince perché senza nazionalità. L’apparizione in questo programma lo rende celebre sia in Siria sia all’estero ma gli procura l’odio degli estremisti. Ma nemmeno questo lo ha fermato e negli ultimi anni Ahmad si è esibito sui palchi di tutta Europa, portando ovunque il suo messaggio di pace grazie a diverse performance dedicate ai tanti artisti meno fortunati di lui costretti a restare in Siria. Il suo sogno è fondare e dirigere il Syrian National Ballet in una Siria finalmente libera e pacificata.



RECENSIONE 

La prima volta che mi sono imbattuta nella storia di Ahmad è stato per caso. Ero sulla pagina del Circolo dei Lettori in cerca di un evento a cui partecipare e, tra tutti, mi ha colpito la sua presentazione. Non avevo mai sentito parlare nè di Ahmad nè del suo libro, non sapevo e non so nulla di danza, non avevo in apparenza nessun motivo per interessarmi alla sua storia. Eppure in poche righe ho sentito crescere dentro di me un sentimento a cui solo ora, a libro concluso, riesco a dare un nome: si trattava di una pura forma di solidarietà. E in un attimo volevo saperne di più.

Così, come spesso accade, ho iniziato a leggere Danza o muori carica di aspettative. Il mio desiderio era quello di conoscere meglio un paese così lontano e diverso dal nostro, attraverso gli occhi di chi quel paese l'aveva chiamato casa per tutta la vita. Il mio desiderio era quello di trovare la testimonianza di un uomo che aveva fatto della danza la sua vita e il racconto di come proprio la danza, emblema di coraggio e passione, simbolo di un sentimento tanto profondo da vincere sulle oscenità della guerra, l'avesse salvato. Ma questo desiderio è stato soddisfatto solo in parte.

Non nego che Danza o muori sia una storia di speranza, di forza, di coraggio, di amore, di passione, di caparbietà, di bisogno. Non nego sia una storia di paura, di atrocità, di sangue, di spari e di guerra. Ci sono state parti che mi hanno sconcertato, altre che mi hanno commosso, ci sono state scene che mi hanno segnato, altre che mi hanno spaventato. Racconti incredibili, allucinanti, surreali. Eppure, solo in pochi punti questo romanzo è stato capace di emozionarmi.

Sono tanti gli elementi che rendono un libro bello. L'intenzione, spesso, non basta. Il difetto più grosso che ho riscontrato sono stati i continui salti temporali. Un tipo di narrazione che io non riesco in alcun modo a digerire. Capite che diventa difficile riuscire a ricostruire la storia di un uomo quando si salta da un'età all'altra, e un po' si va avanti e un po' si torna indietro, senza riuscire a tenerne in mano il filo logico e cronologico. È tutto un "ma questo è successo prima o dopo della scena precedente?", "Aspetta... ma quanto tempo è passato dal fatto a cui si riferisce?", "Scusa, ma che età aveva quando è successo?". Caos, confusione, disordine. Una linearità ingenuamente distrutta.

Il secondo elemento negativo si basa sulla continua impressione che mancasse qualcosa. Questo perchè più leggevo le parole di Ahmad, più avevo la sensazione che si stesse esponendo solo a livello superficiale, tacendo gli aspetti più bui e dolorosi. Troppi pezzi mancanti, troppi cambi bruschi di capitoli, troppi ricordi accennati e non approfonditi. Posso solo immaginare quanto sia stato difficile per Ahmad raccontarsi al mondo, ma ciò non toglie che Danza o muori sia un libro e come tale ritengo sia mio dovere analizzarlo criticamente.

Date tutte queste premesse vi starete chiedendo se vi consiglio di leggerlo. Ovviamente sì, non posso rispondere altrimenti. Sì, sì, sì. Ed è un sì gridato a gran voce perchè, nonostante tutti gli elementi narrativi che possono non essermi piaciuti, questo libro vi sprona a diventare più consapevoli. E questa è una magia che non può essere ignorata. Leggetelo perchè vi arricchirà. E poi partite da lì per continuare ad esplorare e approfondire il mondo.


"Ecco, ora esisto. Dalle dita dei piedi a quelle delle mani, ciò che state vedendo è ciò che io sono davvero. E la mia storia balla con me: un grand jeté, per tutte le volte che mi è stato detto di non danzare,; un arabesque, preciso e saldo, per coloro che mi hanno umiliato ed emarginato; una pirouette per ogni volta che ho rischiato di morire, a causa delle vostre stupide guerre. Guardatemi tutti ora: vi sembra di avermi indebolito con le vostre minacce? Vi sembra che abbia abbassato la testa sotto il peso delle vostre armi? Forse da domani la mia vita diventerà ancora più complicata e il vostro odio nei miei confronti più violento. Ma, per oggi, ho vinto io."