martedì 12 luglio 2016

Recensione: Il viaggio di Lea di Guia Risari

BONJOUR SUNSHINE!
Come state? Spiattellati vicino a ventilatori e condizionatori anche voi? Io sto combattendo il caldo assecondando una mia nuova dipendenza: I MIRTILLI. Domenica mia nonna ce ne ha portati una vaschetta ENORME e sono sempre lì a spilucchiarne qualcuno. Anche adesso, tra una parola e l'altra... come farò quando finiranno? Someone help me, please! Datemi più mirtilli! E mentre io mi abbuffo, a voi lascio la recensione di un libro che purtroppo non è stato capace di conquistarmi.


Titolo: Il viaggio di Lea 
AutoreGuia Risari
Editore: Einaudi Ragazzi
Data di pubblicazione: Giugno 2016
Prezzo: € 14,00
Trama: Lea ha dodici anni. E’ orfana, vive col nonno nella periferia di una città. Traumatizzata dalla perdita dei genitori si chiude in un mutismo ostinato fino a quando il nonno le porta un gatto rosso, Porfirio, un animale misterioso e parlante, un po’ saggio e un po’cinico. Lea è tormentata dalle domande sulla vita, la morte, il dolore e parte assieme a Porfirio per trovare le risposte. Finisce in una bisca, conosce un vagabondo, una chiromante, un assassino poeta, una coppia di pescatori filosofi, una strana famiglia di agricoltori, una gaia becchina. Visita un campo di rieducazione e un trio di velleitari rapinatori che finiscono per cambiar mestiere. È sempre seguita da un'ombra inquietante con piedi piccoli e occhi cangianti. È la Morte che Lea riesce infine a interrogare, scoprendo il senso della vita. Sulla via di casa, Lea fa amicizia con una ragazzina, la nipotina della Morte, che desidera visitare un altro mondo, guidare un vero cavallo e giocare i suoi coetanei. Chiede quindi a Lea di stare un po’ con lei e in cambio risponderà a tutte le sue domande. Il viaggio di Lea è un romanzo di formazione, che affronta temi come la sofferenza, la morte, la paura, il mistero, ma anche l'amore, l'amicizia, la giustizia, la diversità. Nel tentativo di chiarire quello che le risulta oscuro, la protagonista impara che non esiste una risposta semplice alle grandi domande della vita. Ma nella ricerca delle risposte Lea troverà la saggezza che potrà spegnere almeno in parte la sua inquietudine.


La cosa che più mi piace quando un autore mi contatta per leggere un suo libro è che spesso mi propone qualcosa fuori dalle mie corde. E sapete perchè accetto? Perchè voglio mettere alla prova me stessa, uscire dalla mia comfort zone, scovare piccole perle che altrimenti non avrei il piacere di leggere. Il viaggio di Lea è rivolto a un pubblico di ragazzi molto giovani e chi non vuole poter tornare bambino? Ammettiamolo, tutti noi in fondo in fondo siamo eterni Peter Pan. E perciò ho voluto intraprendere insieme a Lea un viaggio, un viaggio alla scoperta di se stessi e alla ricerca di risposte sulla vita e sulla morte. Purtroppo però, nonostante tutte queste grandi premesse, per me non è scattata la scintilla. Ho avuto tante difficoltà a leggere questo libro, a rimanere concentrata sulla trama e sulle parole. Non so se è stato per il periodo o per lo stile di scrittura, ma mi è mancato il coinvolgimento emotivo.
Nonostante questo, il libro non è completamente da bocciare. Ad esempio ho amato la scelta di chiamare il gatto Porfirio e la sua motivazione. Si tratta di una spiegazione semplice, banale se vogliamo, ma mi ha fatto rendere conto che ogni nome ha un suo significato, soprattutto se siamo noi a scegliere quel nome.
"- Porfirio? - ripetè perplesso il gatto. Non aveva mai sentito quel nome. O forse una volta sola. - Mi pare che fosse un filosofo dell'antichità che sosteneva l'uguaglianza tra uomini e animali. Oggi purtroppo nessuno lo ricorda più... Sempre così con i veri geni. -Sì... - balbettò Lea - può darsi, anzi sicuramente. Ma il nome Porfirio viene dal latino e vuol dire rosso, anzi, per la precisione vermiglio." 
Un'altra cosa che ho apprezzato è stata la fantasia dell'autrice nel plasmare personaggi originali, strambi, particolari, esempi lampanti che niente è mai quello che sembra. Che sia per l'aspetto fisico, per le dicerie, per l'apparenza. 
In questo romanzo Guia Risari si pone l'obiettivo di accompagnare il lettore in un percorso di formazione e di crescita tappa dopo tappa, città dopo città, incontro dopo incontro. Lea, sempre in compagnia del suo gatto, un gatto magico in grado di parlare e di consigliare la ragazza, arriva faccia a faccia con la Morte. Letteralmente. E quello che trova non è quello che si aspettava. 
Consiglio questo libro? Non lo consiglio? Non saprei rispondere. Quello che posso dirvi è che a me, con mio grande dispiacere, non ha catturato. Ma ognuno ha il diritto di farsi una propria idea.


2 commenti:

  1. Ciao Chiaraaa buonissimi i mirtilli! Li adoroo! *_* e anche il succo al mirtillo buonissimo ❤️❤️❤️❤️ Bella la recensione mi dispiace che non sia un libro coinvolgente pero' anche io leggo generi diversi come fai tu, e' bello spaziare. Io vado un po' per periodi ^_^

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    1. Ciao! In realtà io sono abbastanza monotematica, per questo se ho l'occasione di leggere qualcosa di diverso ne approfitto ^-^

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